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Oggi la storia21.1.2019

La realtà dell’ipotesi del massimo incidente ipotizzabile

La catastrofe di Fukushima ha ricatapultato ai vertici della nostra consapevolezza la realtà dell’ipotesi di pianificazione del cosiddetto massimo incidente ipotizzabile. Non credo sia dunque un caso se dal marzo del 2011 la questione della sicurezza delle centrali nucleari sia stata insistentemente sollevata anche in Svizzera. Non stupisce dunque, sulla scia dalla catastrofe giapponese, la decisione politica del Consiglio federale di voler gradualmente abbandonare la produzione di energia nucleare. Non stupisce neanche che i problemi di sicurezza conosciuti fin dal 1990 della centrale nucleare di Mühleberg nei pressi di Berna siano stati in questi ultimi tre anni largamente discussi dalla stampa e siano stati anche oggetto di una decisione del Tribunale federale.
Stupisce invece quanto poco si parli di un incidente nucleare di livello 5 sul massimo di 7 della scala internazionale degli eventi nucleari e radiologici che colpì la Svizzera.
Proprio oggi 49 anni fa, il 21 gennaio 1969 il reattore sperimentale nella cittadina vodese di Lucens esplose, producendo un «meltdown nucleare». Questo reattore sperimentale, incastonato in una profonda caverna nella roccia, fu il primo e unico reattore completamente svizzero e venne costruito per testare la costruzione di un proprio reattore per la produzione di energia nucleare. In questa giornata di gennaio del 1969, il reattore sperimentale, dopo mesi di controlli dell’intera apparecchiatura, fu fatto ripartire. Come dieci anni più tardi la commissione federale d’inchiesta riuscì a ricostruire, dell’acqua avrebbe corroso le barre di combustibile danneggiando così gravemente il reattore. L’esplosione che ne conseguì scaraventò nella caverna materiale radioattivo, costringendo i responsabili dell’operazione ad abbandonare immediatamente l’impianto. Grazie alla costruzione in caverna, non vi furono rilevanti danni per i paraggi, ma è bene ricordare che i lavori per assicurare la struttura si protrassero fino al 1993 e soltanto nel 2003 gli ultimi grandi contenitori con materiale radioattivo raggiunsero il deposito intermedio di Würenlingen.
L’incidente nucleare di Lucens fece tramontare definitivamente i sogni di un’autarchia nucleare svizzera. Anche se il reattore di Lucens concerneva l’uso civile, già nel 1945 il Dipartimento federale militare promosse lo studio di un armamento nucleare svizzero, assicurandosi successivamente anche il relativo uranio che venne immagazzinato quale riserva strategica in una caverna nelle Alpi. Soltanto nel 1969 la Svizzera firmerà il trattato di non proliferazione nucleare che ratificherà tuttavia solo sette anni più tardi.
Questa e altre appassionanti storie sull’energia (dodis.ch/T1122 e sull’armamento nucleare (dodis.ch/T1121 si trovano tra i documenti della banca dati online Dodis dei Documenti Diplomatici Svizzeri.

[Prima emissione Radiotelevisione Svizzera RSI, Rete Due, 21 gennaio 2014, ore 7:05]

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