Sacha Zala
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    Sacha Zala
    SachaZalaSacha Zala@SachaZala·
    12 Mag

    Habe ich immer schon gewusst! 😁

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    DodisDodis@Dodis·
    12 Mag

    Innert Wochenfrist starben die ersten Staatschefs von #Belarus und der #Ukraine, Schuschkewitsch und Krawtschuk, die mit Jelzin 1991 die UdSSR auflösten: http://dodis.ch/60614. @EDA_DFAE-Vorsteher BR Felber traf sie im Januar 1992 beide am @wef: http://dodis.ch/60614 #histCH

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Oggi la storia4.12.2017

Quell’intricato voto alle donne

Oggi è il 4 dicembre e il 4 dicembre del 1965 il ministro degli esteri svizzero Friedrich Traugott Wahlen, il rappresentante UDC nel Consiglio federale, scriveva una sorprendente lettera (dodis.ch/31459) ad una contadina del Canton Zurigo, tale signora Meier. Quest’ultima, infatti, si era rivolta indignatissima a Wahlen perché l’eroe della famosa «Anbauschlacht» della Seconda guerra mondiale – il famoso «Piano Wahlen» appunto – si era pubblicamente dichiarato favorevole all’introduzione del diritto di voto e di elezione per le donne. Nella sua lettera, la contadina zurighese faceva un accorato appello per ricordare che la Svizzera, fino ad allora, quale democrazia esclusivamente in mano agli uomini, aveva funzionato sempre bene e che in ogni caso non sarebbe stato giusto obbligare le donne ad assumersi la responsabilità del diritto di voto, un diritto che le stesse donne nella loro maggioranza certamente non avrebbero voluto. Nella sua risposta, il Consigliere federale Wahlen dimostrava tutta la sua comprensione per la posizione anti-femminista della signora Meier, ma prendeva nuovamente una chiara posizione in favore del voto alle donne. Effettivamente, concedeva il Consigliere federale, era difficile vedere la necessità del diritto di voto per le donne sposate, riteneva però molto importante che le donne nubili e impiegate e «che pagavano le tasse come gli uomini» potessero partecipare alle decisioni sull’uso delle risorse dello Stato. Ogni imbecille, così argomentava letteralmente Wahlen, basta che sia un uomo, poteva partecipare alle decisioni democratiche, motivo per il quale bisognava ora con ragione far condividere anche alle donne questa responsabilità. Inoltre, continuava il ministro degli esteri, l’assenza del voto alle donne in Svizzera danneggiava fortemente il prestigio e la reputazione del Paese all’estero.
Effettivamente nel 1959 un nuovo tentativo per introdurre il voto alle donne venne massicciamente rigettato all’urna da una maggioranza dei 2/3 degli uomini votanti, ciò che all’estero venne recepito con costernazione. La disparità di trattamento delle donne bloccava inoltre addirittura l’adesione della Svizzera alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Ciononostante un anno dopo, nel 1966, l’urbano Canton Zurigo, a cent’anni di distanza dalla prima iniziativa cantonale in favore del voto alle donne, lo rigettò nuovamente. La lunga battaglia politica per l’introduzione del voto alle donne fu vinta il 7 febbraio 1971, quando finalmente il popolo sovrano dei maschi con una maggioranza di 2/3 concesse il voto alle donne. Oltre ai cambiamenti della società verso la fine degli anni Sessanta fu proprio la pressione politica per ratificare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo a giocare un ruolo determinante. La strabiliante corrispondenza tra il Consigliere federale Wahlen e la signora Meier fa parte dei documenti che si possono liberamente scaricare dal sito dodis.ch dei Documenti Diplomatici Svizzeri a dispetto di tutti coloro che ancora pensano che la storia diplomatica concerni soltanto «i grandi uomini».

[Prima emissione Radiotelevisione Svizzera RSI, Rete Due, martedì 4 dicembre 2012, ore 7:05]

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