Sacha Zala
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    sagw_ch SAGW @sagw_ch ·
    23 Gen

    Im Edieren diplomatischer Dokumente ist die Schweiz anderen Ländern um Lichtjahre voraus, sagt @SachaZala. Im Interview erklärt er, weshalb die Forschungsstelle @Dodis dennoch immer eine Baustelle bleibt: 👉 http://www.sagw.ch/interview-sacha-zala

    @SGG_SSH
    #SAGWnetwork #geschichte #edition

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    cerstinmahlow Cerstin Mahlow @cerstinmahlow ·
    18 Gen

    “You cannot run research infrastructures with temporary staff”, @SachaZala emphasizes at the SSH RI event

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Oggi la storia9.10.2019

Il popolo siamo noi

30 anni fa il 9 ottobre cadeva di lunedì. Come ogni lunedì dal 4 settembre 1989, quando un migliaio di persone protestò contro il regime comunista della Repubblica Democratica Tedesca, a Lipsia si svolgeva una cosiddetta «dimostrazione del lunedì».
Il fine settimana del 7 ottobre, al cospetto di vari dittatori del blocco comunista, a Berlino si erano solennemente festeggiati con una marziale parata militare i quarant’anni di vita della Germania comunista. Ma ad essere acclamati dal popolo non erano i rappresentanti del Partito Socialista Unificato di Germania, bensì il leader sovietico Mikhail Gorbaciov che tre anni prima, sotto il motto di glasnost (trasparenza) e perestrojka (ristrutturazione), aveva avviato una politica di riforme. Intervistato dalla stampa, Gorbaciov rilasciò una dichiarazione che riassunta nella formula «chi arriva tardi, la vita lo punisce» rimbalzò sui media mondiali.
Il lunedì seguente – il 9 ottobre appunto – furono più di 70’000 le persone che sfidarono pacificamente le forze dell’ordine della Germania Est. A differenza delle scorse manifestazioni, davanti a questa massa la polizia non poté più intervenire. Scandendo cori come «il popolo siamo noi» i dimostranti chiedevano libertà di parola e riforme politiche. Una settimana più tardi erano già più di 120’000 le persone prevenienti da tutta la Germania Est che si recarono a Lipsia. Furono principalmente queste «dimostrazioni del lunedì» a concretare la «rivoluzione pacifica» dell’autunno 1989. Il massiccio scontento popolare costrinse una settimana più tardi il leader tedesco orientale, Erich Honecker, a dimettersi. Fu poi un altro lunedì, il 6 novembre, che il muro di Berlino, simbolo e realtà della separazione tra Est e Ovest, si sgretolò sotto la folla dei manifestanti. Il crollo del muro segnò la fine della Guerra fredda e il 1989 entrò quale profonda cesura nella storia.
I dimostranti che avevano scandito i cori del «wir sind das Volk» – il popolo siamo noi – poterono scandire ora «wir sind ein Volk» – siamo un popolo.

[Prima emissione Radiotelevisione Svizzera RSI, Rete Due, 09 ottobre 2012, ore 7:05]

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